• Seduta di recupero post infortunio (per atleti)

    Personal Training, Recupero Post Infortunio • 04 Mag 2019

    Un atleta che incorre in un infortunio muscolare o articolare si trova nella condizione di non poter gareggiare generando frustrazione sia in termini sportivi che personali.

    Se consideriamo sport che hanno scadenze settimanali (calcio, basket, pallavolo, rugby,…) durante una stagione competitiva è facile trovare qualche atleta infortunato nella rosa a disposizione del mister, con il risultato di limitarne le scelte e di diminuire la forza della squadra.

    Lo stesso problema potrebbe presentarsi anche negli sport singoli o di squadra dove le gare sono concentrate in un unico periodo dell’anno: la cattiva gestione di un infortunio può condizionare negativamente uno anno o più anni di lavoro.

    A seconda dell’infortunio i tempi di recupero sono naturalmente differenti ed è bene definirli con professionisti del settore (ortopedici, fisioterapisti, massaggiatori, preparatori atletici, osteopati) che lavoreranno in sinergia in modo che il recupero sia ottimale e ci siano meno possibilità che l’infortunio possa ripetersi.

    Errori da evitare

    Un infortunio deve essere trattato allo stesso modo, sia che questo avvenga in un periodo senza competizioni, sia quando le gare incombono; personalmente credo vada trattato con più prudenza se le gare sono imminenti.

    Vengono invece spesso gestiti al contrario soprattutto nelle categorie dilettanti, dove lo staff a disposizione è limitato e formato da persone che lo fanno per hobby e non per professione.

    In questi casi gli errori più frequenti sono:

    • Non considerare i tempi di recupero, ma basarsi sulle sensazioni
    • Non inserire programmi individualizzati
    • Non avvicinare l’atleta all’allenamento classico con esercitazioni più blande
    • Accelerare la ripresa dell’attività “normale”
    • Non continuare con l’attività preventiva anche dopo aver ripreso l’attività agonistica

    Esempio pratico

    Andrea, giocatore di calcio di 26 anni ha subito una lesione di 3 grado (strappo) ai muscoli posteriori della coscia.

    Dopo aver determinato con esame strumentale l’entità dell’infortunio e definito con il fisioterapista e il massaggiatore i tempi di recupero e gli step da affrontare, una volta riemarginata la lesione ho stabilito una progressione di lavoro che prevedeva 2 fasi di lavoro.

    La prima fase (3 settimane) ha previsto lo sviluppo dei seguenti punti:

    • Potenziamento muscolare dei muscoli anteriori e posteriori della coscia
    • Recupero della elasticità tendinea e della capacità di allungamento muscolare statico
    • Ripresa dei movimenti specifici (del calcio) a basso carico con e senza palla
    • Allenamento della sensibilità sul controllo del corpo statico e in movimento (cambi di direzione e di senso, frenate e accelerazioni,…)

    La seconda fase di lavoro (3 settimane)ha avuto inizio una volta che le risposte alla prima fase si sono rivelate soddisfacenti e ha previsto i seguenti obiettivi:

    • Potenziamento muscolare legato ai movimenti specifici di un calciatore
    • Mantenimento della capacità di allungamento muscolare statico e dinamico
    • Recupero della capacità aerobica dell’atleta
    • Utilizzo della palla a intensità medio/alte
    • Utilizzo di esercitazioni miste con carico muscolare elevato

    Le 2 fasi di lavoro non sono separate nettamente ma si sovrappongo, così come la prima fase si sovrappone a quella fisioterapica.

    A partire dalla seconda fase è possibile fare svolgere al calciatore attività con la squadra.

    Una volta terminate le fasi di recupero, se l’atleta non avverte dolori o fastidi, è necessario proporre una o più sedute seduta di allenamento simili a quelle proposte al gruppo, con tempi di recupero maggiori ma con intensità uguali, così da completare l’ultimo step prima del reinserimento con la squadra.

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